Come funziona l’udito

Come funziona l’udito

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  1. Il suono entra nel canale uditivo. Le onde sonore attraversano il canale uditivo e raggiungono il timpano.
  2. Il timpano e gli ossicini vibrano. Queste onde sonore fanno vibrare il timpano e i tre ossicini all’interno dell’orecchio medio.
  3. Il fluido si muove nell’orecchio interno. Le vibrazioni vengono trasferite ai fluidi nell’orecchio interno spiraliforme (ovvero la coclea) e fanno muovere le minuscole cellule ciliate all’interno della coclea. Le cellule ciliate rilevano il movimento e lo trasformano in segnali chimici per il nervo uditivo. Il nervo uditivo comunica le informazioni al cervello.
  4. Il nervo uditivo comunica le informazioni al cervello. Il nervo uditivo invia, sotto forma di impulsi elettrici, le informazioni al cervello, dove esse vengono interpretate.

Avviso importante. Le informazioni qui riportate hanno carattere puramente divulgativo e orientativo e non sostituiscono la consulenza medica. Ti raccomandiamo di condividere ogni informazione con personale medico specializzato di tuo riferimento. Solo il loro consiglio è indicato per la migliore diagnosi e terapia disponibile, sulla base della condizione clinica individuale.

Inizia a riconoscere i segnali di una perdita uditiva

Molti di noi non sono in grado di riconoscere i primi segni di un abbassamento dell’udito, perché il nostro apparato li assorbe gradualmente. Nel momento in cui percepiamo questo deficit, potremmo già avere perso parte della capacità uditiva che avevamo in passato.

Segnali Comuni

Non sentire il campanello di casa, alzare al massimo il volume della televisione, manifestare difficoltà nella comprensione del dialogo con altre persone: questi sono alcuni segnali iniziali di un calo uditivo. Ciò porta, nel medio termine, a una riduzione della capacità di riconoscere e elaborare suoni da parte del cervello. Per questo motivo, gli esperti dell’udito del campo medico e audiologico, consigliano un uso tempestivo degli apparecchi per l’udito per prevenire difficoltà comunicative e limitazioni nella vita quotidiana. La qualità della vita viene al primo posto.

Cervello e suoni

Quali sono gli effetti del calo dell’udito a livello cognitivo?
Sentire bene è una condizione necessaria per mantenere in forma anche il cervello: c’è infatti una diretta correlazione fra calo dell’udito e capacità di elaborare informazioni e richiamare alla mente ricordi. La condizione più grave e più sottostimata è infatti l’insorgere di disturbi cognitivi legati al calo uditivo. L’ipoacusia determina infatti la “riallocazione” di risorse del cervello verso il processo di ascolto, sottraendole ad altre funzioni cognitive, fenomeno che determinerebbe l’insorgere precoce di demenza.

Prevenzione

Nell’arco della nostra giornata siamo immersi in un flusso costante di suoni. Un’esposizione frequente o prolungata a rumori rappresenta un pericolo per il nostro orecchio, che contiene un’infinità di cellule sensoriali e fibre ed è sede di uno dei sensi più importanti, l’udito. L’intensità del suono, col tempo, danneggia queste strutture, e può condurre a un calo uditivo e all’acufene, provocando fischi o ronzii permanenti nell’orecchio. Spesso ciò avviene gradualmente, pertanto è fondamentale imparare a prendersi cura dell’udito per preservarlo il più a lungo possibile.

Buona parte della prevenzione dell’udito consiste nel riconoscere i livelli ai quali il suono diventa potenzialmente pericoloso. L’esposizione prolungata a intensità sonore superiori agli 85 decibel viene considerata rischiosa per l’udito.

Raramente ci pensiamo, ma l’esposizione quotidiana della popolazione lavoratrice al rumore eccessivo è in molti casi la causa primaria di calo uditivo. La maggior parte dei luoghi di lavoro è tenuta a osservare regole ferree per proteggere l’udito dei propri dipendenti; tuttavia alcuni restano ugualmente pericolosi a livello di rumore ambientale, poiché i lavoratori sono esposti per periodi di tempo prolungati. Parliamo di fabbriche con macchinari, locali notturni e siti di costruzione. Una buona abitudine è quella di usare una protezione sotto forma di cuffie o tappi antirumore.

Ascoltare musica con le cuffie a volume troppo alto è una delle minacce maggiori per l’udito, specie nei giovani. Se il volume dei dispositivi audio copre del tutto i rumori di fondo, significa che è troppo alto e potenzialmente pericoloso. L’ideale sarebbe utilizzarlo a non più del 60% del volume massimo, per non oltre 60 minuti alla volta. Attenzione ai concerti e ai locali notturni! Se la musica è molto alta può danneggiare l’udito. A molti sarà capitato, per esempio, di udire un suono come un trillo prolungato dopo una serata in discoteca: è da considerarsi un segnale di avvertimento. Fare delle “pause silenziose”, uscendo dal locale rumoroso per 5 minuti ogni ora, può giovare alle orecchie.

Anche andare a caccia è pericoloso, perché i cacciatori sono esposti a suoni improvvisi di spari che possono provocare un danno immediato e permanente. Una delle precauzioni più semplici ma fondamentali è quella di non utilizzare bastoncini di cotone per la pulizia profonda delle orecchie, limitandone invece l’uso al padiglione esterno, rispettando la fragilità della membrana timpanica che potrebbe lacerarsi. Dopo i 50 anni, con cadenza annuale, è consigliata una visita annuale che verifichi la buona salute dell’orecchio.